La prima visita “ufficiale“ (descritta in seguito), viene preceduta da un colloquio conoscitivo: si tratta di una chiacchierata informale che ha lo scopo di “rompere il ghiaccio“, cogliere quali sono le esigenze della persona e individuare, in un primo momento, le scelte più appropriate e personalizzate per intraprendere un percorso nutrizionale ad hoc.
Contestualmente verrà fatta una stima della composizione corporea tramite bioimpedenziometria.
NB Questo primo colloquio, in sintesi, getta le basi per la prima visita nutrizionale, ma non impegna in alcun modo la persona a sottoporvisi.

Durante la prima visita, invece, viene effettuata un’anamnesi del paziente assieme ad un’indagine nutrizionale e vengono rilevate le misure antropometriche (peso, altezza e circonferenze) e fatta una stima della composizione corporea (massa magra, massa grassa e grado di idratazione) tramite impedenziometria. In seguito al calcolo del fabbisogno calorico giornaliero, verrà successivamente redatto un piano alimentare personalizzato, consegnato qualche giorno dopo.
Se disponibili, risultano utili i referti di esami ematochimici e clinici.

Le date delle successive visite di controllo verranno concordate in base al tipo di percorso nutrizionale e in base anche alle specifiche necessità del paziente e hanno lo scopo di ottimizzare il programma proposto, modificarlo ove necessario e monitorarne i risultati.

Le ricevute fiscali delle consulenze nutrizionali sono esenti dall’imposta IVA. (Art. 10, c. 18, D.P.R. 633/1972). Inoltre, l’Agenzia delle Entrate – Direzione Centrale Normativa, con Circolare n. 11/E del 21 maggio 2014 ha stabilito che “…le spese sostenute per visite nutrizionali, con conseguente rilascio di diete alimentari personalizzate, eseguite da biologi, siano detraibili ai sensi dell’art. 15, comma 1 lettera c)“